Con il termine parassita si intende indicare un organismo vivente che sfrutta un altro organismo vivente per nutrirsi e proliferare.
Di parassiti in natura ce ne sono una quantità enorme, ma qui di seguito prenderemo in considerazione quelli che riguardano più da vicino la salute dei nostri amici a quattro zampe.
Iniziamo con il distinguere gli ectoparassiti dagli endoparassiti.
Ai primi appartengono quegli agenti esterni che vivono sulla superficie corporea esterna e si nutrono succhiando il sangue dell’ospite. Oltre a causare problemi di anemia e di depauperamento di sostanze nutritive, possono dar luogo a reazioni allergiche importanti e trasmettere malattie infettive (leishmania, erhlichia, babesia, ecc).
Una volta raggiunto l’ospite, si nutrono ed iniziano a deporre le uova infestando l’animale e l’ambiente in cui vive. Infatti è Importante capire che basta una pulce per causare un’infestazione, in quanto questa può deporre fino a migliaia di uova, che, in condizioni ottimali, schiudono dando il via al ciclo vitale.
Non è facile vedere direttamente le pulci nel pelo folto, a meno che l’infestazione non sia massiva, ma si può sospettare la presenza di questi ospiti indesiderati individuando le feci delle pulci, piccoli puntini neri visualizzabili in mezzo al pelo.
Ovviamente è molto importante riconoscerne subito la presenza, quindi, ai primi segni di prurito, il nostro piccolo amico andrebbe fatto controllare da un veterinario.
Infatti le pulci, tramite il morso ed immettendo saliva, possono causare reazioni allergiche molto importanti, provocando reazioni cutanee pruriginose (dermatite da morso di pulce) localizzate principalmente nella regione del dorso. Purtroppo a causa del prurito gli animali infestati possono cercare sollievo grattandosi, arrivando a provocarsi delle vere e proprie ferite da auto-traumatismo.
Oltre a questo possono veicolare e trasmettere parassiti intestinali quali le tenie, mettendo così in pericolo la salute del nostro animale. Per questo motivo è molto importante utilizzare prodotti antiparassitari da applicare regolarmente sulla cute, così da poter prevenire spiacevoli conseguenze.
Nel nostro paese sono presenti due tipi di zecche, quelle dette “dure”, le Ixodidae, e quelle dette “molli”, le Argasidae.
Possono essere presenti in luoghi verdi, quali i boschi o nei prati, soprattutto se vicini ad allevamenti, oppure possiamo ritrovarle anche in ambito domestico.
Infatti alcuni animali, quali i piccioni, possono veicolare tali insetti nei nostri balconi creando alle volte delle vere e proprie emergenze di infestazioni.
Qualunque sia il loro habitat, le zecche vengono attratte dal calore corporeo di un animale, come il cane, cercano il punto con meno pelo e si attaccano tramite il loro apparato buccale.
Effettuato il pasto di sangue le femmine si staccano dalla pelle, cadono nell’ambiente e depongono le uova da cui usciranno le larve che si trasformeranno in ninfe ed infine in adulti, dando il via ad un nuovo ciclo vitale.
L’importanza patogena di tali parassiti risiede nel fatto che durante il pasto di sangue possono veicolare e trasmettere malattie infettive (Erlichia, Babesia, malattia di Lyme) che, se non riconosciute e trattate adeguatamente, possono rappresentare un pericolo notevole per la salute del nostro animale.
Fortunatamente le zecche trasmettono tali patogeni se rimangono attaccate almeno 24-48 ore.
Infatti è importante riconoscere subito una zecca e sapere come comportarsi di fronte a tale evenienza.
Dato che visivamente non sempre è facile vederle spesso ci si accorge della loro presenza perché accarezzando il cane si avverte la sensazione di una protuberanza.
Nel caso ci siano dubbi è bene andare subito dal veterinario che saprà riconoscere la presenza di una zecca e toglierla nel modo più idoneo. Infatti un errore in cui si incorre spesso è quello di strapparla dalla cute. Facendo così si rischia di lasciare il rostro dentro che potrebbe dare una reazione cutanea con conseguente comparsa di una tumefazione dolente e di un’infezione batterica secondaria.
Inoltre, una volta rimossa, non si deve mai schiacciare il corpo che potrebbe rilasciare le uova infestando l’ambiente.
La prevenzione migliore per evitare tali problematiche è quella di utilizzare prodotti antiparassitari regolarmente, di controllare il corpo del cane soprattutto dopo passeggiate in luoghi a rischio e di consultare immediatamente il veterinario qualora dovessero comparire sintomi correlabili a tali malattie, soprattutto riferendo di aver trovato una zecca sul proprio animale.
Malattie trasmesse da zecche:
– Malattia di Lyme: detta anche Borreliosi, causata dalla Borrelia Burgdorferi, può essere trasmessa dalle zecche anche all’uomo. I primi sintomi sono riferibili ad ingrossamento dei linfonodi, dolorabilità articolare, febbre, apatia, mancanza di appetito fino a provocare danni al sistema nervoso nelle forme più gravi.
– Ehrlichiosi: causata da Ehrlichia Canis, può provocare febbre intermittente, affaticabilità, artrite, anemia, piastrinopenia. Se non riconosciuta in tempo può avere esiti fatali.
– Babesiosi: detta anche Piroplasmosi, causata da Babesia Canis, infetta gli eritrociti causando una malattia autoimmune che porta all’ eritrolisi provocando anemia, febbre, anoressia. Può essere trasmessa anche all’uomo.
I flebotomi sono dei ditteri simili alle zanzare, ma contrariamente a quest’ultime sono molto piccoli (2-3 mm) , con un corpo peloso e particolarmente silenziosi (infatti sono denominati anche pappataci ovvero pappa e taci).
L’habitat ideale è quello in cui vi è ristagno di acqua e il periodo idoneo per il ciclo vitale è quello primaverile-inizio autunno (da Maggio a Novembre).
I flebotomi sono prevalentemente crepuscolare e notturni, le femmine escono di notte in cerca di cibo, infatti necessitano di nutrirsi di sangue per completare il ciclo biologico e deporre le uova nell’ambiente.
I maschi invece si nutrono di zuccheri naturali che trovano nell’ambiente. Rispetto alle zanzare, i pappataci non sono in grado di coprire grosse distanze, infatti rimangono per lo più a 20 cm dal suolo.
Possiedono un apparato buccale costituito da un rostro per succhiare il sangue e delle mandibole dentellate.
I punti privilegiati che i flebotomi prediligono pungere sono soprattutto le zone più glabre come le orecchie, il piatto delle cosce, ecc.
La puntura di questi piccoli insetti, oltre ad essere irritante e a provocare reazioni allergiche cutanee, può trasmettere una malattia grave e potenzialmente mortale quale la Leishmaniosi.
Per tale motivo è estremamente importante prendere alcuni accorgimenti per proteggere il più possibile i nostri cani dalla puntura dei flebotomi.
Oltre ad evitare di lasciarli fuori durante le ore notturne e all’utilizzo di zanzariere con maglie molto fitte, infatti i pappataci riescono ad attraversare le maglie delle comuni zanzariere, è opportuno utilizzare prodotti che abbiano un’azione repellente sulle zanzare.
In commercio si trovano vari prodotti di questo tipo, sia naturali che sintetici, da applicare con regolarità durante il periodo in cui è presente il ciclo delle zanzare.
In ogni caso sarà il veterinario a consigliarvi a seconda dei fattori di rischio quali misure adottare per diminuire le probabilità di puntura da parte di questi fastidiosi e pericolosi insetti.
Leishmania
La leishmaniosi è una malattia protozoaria endemica e mortale. Il contagio non avviene per contatto diretto da cane a cane ma necessita di un ospite intermedio rappresentato dai flebotomi.
Il cane è un serbatoio e può, una volta infettato, manifestare i sintomi anche dopo anni dalla infestazione. Il periodo d’incubazione quindi può essere breve, più o meno 30 giorni, come invece può essere lungo e progressivo.
I cani più esposti in genere sono quelli che vivono in zone endemiche, che vivono in giardino o all’aperto durante il periodo estivo e quelli verso cui non vengono attuate misure preventive efficaci.
Statisticamente inoltre sono più a rischio i cani di media e grossa taglia e con poco sottopelo, questo perché ovviamente agevola la puntura dei flebotomi in una superficie corporea più grande.
Inoltre sembra ci siano dei fattori genetici che possano influenzare la sensibilità nei confronti di tale malattia, ad esempio razze come i boxer e i pastori tedeschi sono più suscettibili di sviluppare tale patologia.
I sintomi riferibili alla leishmaniosi purtroppo sono molteplici ed aspecifici.
Si possono riscontrare aumento dei linfonodi, lesioni cutanee, alopecia, ipercheratosi del cuscinetto plantare e del tartufo, lesioni desquamative ed ulcerate, lesioni oculari, epistassi, zoppie intermittenti, febbre, nelle forme più gravi si può sviluppare insufficienza renale ed epatica.
Se non diagnosticata e trattata tempestivamente, la leishmaniosi può progredire e portare al decesso.
Per questo è molto importante seguire i consigli del veterinario sui metodi di lotta per contrastare le punture delle zanzare ed eseguire il test per la leishmania una volta l’anno nel periodo invernale.
Infatti se un cane risulta positivo al test può essere messo sotto terapia e non è detto che sviluppi la malattia, mentre se i sintomi riferibili alla leishamniosi sono già evidenti, può essere difficile tenere sotto controllo la patologia, in quanto provoca danni ad organi come fegato e rene.
Quindi è essenziale prevenire e contrastare la puntura dei flebotomi ma soprattutto intervenire tempestivamente qualora il cane risulti positivo agli esami sierologici.
Le parassitosi intestinali sono molto frequenti nel cane e nel gatto, non solo da piccoli, ma anche da adulti, in quanto una volta sverminati possono comunque reinfestarsi.
L’infestazione avviene per via oro-fecale, ovvero per ingestione di feci di un animale parassitato o tramite cibo contaminato.
Nel caso delle tenie può avvenire tramite insetti ematofagi quali le pulci. Per questo è consigliabile eseguire un esame delle feci almeno una volta l’anno ed eventualmente ripetere il trattamento antiparassitario.
Ascaridi
Gli ascaridi (Toxocara e Toxascaris) sono dei vermi lunghi, bianchi, di circa 10-12 cm, che si localizzano prevalentemente nell’intestino tenue. Le uova vengono eliminate tramite le feci nell’ambiente esterno, mentre le larve possono migrare attraversando la barriera placentare e la mammella, passando così dalla mamma ai cuccioli.
Inoltre l’infestazione può avvenire anche ingerendo le uova presenti nel terreno (ad esempio nei parchi) o mangiando prede infestate.
I sintomi sono a carico dell’apparato gastro-intestinale, come vomito e diarrea. Nelle infestazioni massive, si possono avere blocchi intestinali e gravi carenze alimentari, in quanto i principi nutritivi vengono assimilati dai parassiti.
La sverminazione costante dei nostri animali è importante in quanto gli ascaridi rappresentano una zoonosi.
Nell’uomo, una volta ingerite le uova, il sistema immunitario può combattere il parassita evitando lo sviluppo della malattia. In alcune circostanze però, come nei bambini o nei soggetti immunodepressi, le uova possono schiudere con liberazione di larve che possono localizzarsi in vari organi, tra cui fegato, occhio e sistema nervoso centrale (sindrome della larva migrans viscerale).
Tenie
Le tenie sono dei vermi piatti costituiti da dei segmenti chiamati proglottidi, contenenti le uova. Mano a mano che il verme cresce e matura, le proglottidi si staccano e vengono eliminate con le feci.
Una delle tenie più diffusa tra il cane e il gatto è il Dipylidium caninum, una tenia trasmessa tramite il morso di pulce.
Le proglottidi che vengono eliminate tramite le feci, sembrano dei chicchi di riso che si muovono, in quanto si contraggono per eliminare le uova. Queste, una volta fuoriuscite dalla proglottide, vengono ingerite dalle larve delle pulci in cui si conservano fino a quando la larva diventa pulce adulta.
A questo punto, il cane o il gatto, schiacciando con i denti la pulce o ingerendola, si infesta.
I sintomi sono diarrea intervallata da episodi di stitichezza e prurito nella zona anale, per il passaggio delle proglottidi.
Inoltre le tenie assorbono le sostanze nutritive dell’ospite causando denutrizione e cachessia nelle infestazioni più gravi.
Coccidi
I coccidi sono dei protozoi, ovvero degli esseri unicellulari, che si localizzano e si riproducono nell’intestino dell’ospite. I coccidi che infestano il cane e il gatto sono principalmente del genere Isospora.
La malattia parassitaria risulta particolarmente pericolosa nei soggetti giovani (sotto i 6 mesi) o nei soggetti immunodepressi. Infatti molti adulti immunocompetenti posso diventare anche portatori sani.
L’infestazione avviene per via oro-fecale, ovvero ingerendo le cisti eliminate da un soggetto infetto.
Infatti è una malattia molto presente in situazioni di sovraffollamento come nei canili o negli allevamenti.
Il periodo d’incubazione è di circa 15 giorni e i primi sintomi si manifestano con diarrea.
Se non diagnosticata in tempo può risultare pericolosa causando vomito e diarrea con conseguente disidratazione.
Considerato che per il trattamento vanno dati dei prodotti specifici (antibiotici sulfamidici), poiché non essendo dei vermi i normali vermifughi non hanno efficacia, risulta particolarmente importante sottoporre ad analisi le feci dei cuccioli, per riscontrarne la positività o meno.
Giardia
La Giardia è un protozoo con localizzazione intestinale, che può infestare gli animali domestici ma anche l’uomo.
L’infestazione avviene tramite l’ingestione di cisti tramite cibo o acqua contaminati dalle feci di animali infetti.
Non in tutti i soggetti il parassita si sviluppa causando malattia, spesso risulta asintomatica e viene debellata dal sistema immunitario.
In determinate condizioni di scarsa igiene o in soggetti giovani e deboli, può causare una grave sindrome enterica, causando dolori addominali, diarrea fetida, vomito, febbre e sindrome da malassorbimento.
Nel cane che dimagrisce e presenta diarrea intermittente tale malattia parassitaria va sempre sospettata ed indagata.
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